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Un nuova sfida per la promozione della salute globale.

Dopo il successo della costruzione del nuovo reparto di Maternità e Pediatria dell’Ospedale cittadino di Adigrat in Etiopia, realizzato grazie al finanziamento di un filantropo italiano, Mario Maiani, e alla collaborazione con IISMAS Onlus, egli ha deciso di finanziare una nuova attività di promozione della salute.

In data 29 settembre 2010 è stato sottoscritto da IISMAS Onlus, il Tigray Health Bureau (THB) e l’Ong etiope TIHDA un ”Accordo di collaborazione per la realizzazione e il funzionamento dell’Ospedale Distrettuale Mario Maiani di Sheraro (Tigrai, Etiopia)”.

Il 5 febbraio 2011 è stato firmato l’accordo fra IISMAS ed il donatore, Mario Maiani, per attuare l’accordo con le autorità locali e dare avvio alla costruzione dell’Ospedale Distrettuale Mario Maiani di Sheraro (Tigrai, Etiopia).

Localizzazione

Sheraro è un centro di circa 20mila abitanti, situato a 90 km a nordest di Shire. Dista circa 10 km in linea d’aria dal confine con l’Eritrea,  e 23 Km dal confine lungo la strada che attraversa il confine verso il primo centro urbano in Eritrea.

Sheraro è situata in una vasta area pianeggiante, e rappresenta, insieme al territorio della vicina Numera, uno dei centri più importanti del Tigrai per la produzione agricola e per l’approvvigionamento alimentare a favore delle altre aree del Tigrai. Quella di Sheraro rappresenta quindi un’area di interesse produttivo strategico per il Tigrai ed è interessata da un significativo aumento della popolazione residente.

REALIZZAZIONE

Si prevede di costruire ed allestire un Ospedale distrettuale composto da un edificio principale e altre strutture di servizio.

Costruzioni

Struttura principale: La struttura principale (circa 1.493 mq) comprende: 4 ambulatori, Laboratorio analisi, Magazzino farmaci, n. 2 Sale chirurgiche, Sala raggi X, Reparto ostetricia (incluse le sale pre e post parto), Reparto medicina generale, 2 Stanze isolamento/infettivi e stanze per medici, infermieri, amministrazione, ecc.

Totale: 35 posti letto

Strutture di servizio: Blocco lavanderia/cucina, Blocco guardiania e transformer house, Blocco latrine a secco.

Contributo comunità Sheraro: la comunità di è assunta l’onere della costruzione della recinzione perimetrale e della realizzazione del pozzo per rifornire tutte le strutture.

Allestimento:

L’allestimento comprende:

–          le attrezzature e le apparecchiature elettromedicali per l’edificio principale,

–          le attrezzature per gli edifici annessi: trasformatore, generatore, lavatrici, cucine, ecc.

–          gli arredi per tutte le strutture.

L’INAUGURAZIONE

Giovedì, 20 febbraio 2014, a Sheraro è stato inaugurato il nuovo Ospedale, l’unico per la popolazione di una vasta aerea. A Sheraro e nel circondario vivono normalmente circa 50.000 persone che diventano il doppio durante la stagione delle piogge, quando convergono dal resto della regione interi nuclei familiari per coltivare la terra concessa dal governo.  Nelle vicinanze, inoltre,  si trovano due campi profughi di eritrei fuggiti dal loro paese, che ora potranno contare su un ospedale per le emergenze non curabili negli ambulatori dei campi.

In Etiopia, un Paese con oltre 87 milioni di abitanti, la mortalità materno infantile è in diminuzione, ma questo non evita che siano ancora molte le donne e i bambini che muoiono soprattutto per complicanze da parto. Il 94% delle donne partorisce senza essere assistite da personale sanitario. E per quanto riguarda l’assistenza post partum, solo il 34% ha accesso a cure e assistenza a causa delle grandi distanze e  della scarsa offerta di servizi disponibili. In questi ultimi anni il Ministero della Sanità etiopico ha investito sulla formazione delle ostetriche il cui numero è comunque assolutamente insufficiente per i bisogni del Paese.

L’Ospedale è stato finanziato nel 2011 da Mario Maiani (1925-2012) , un veterinario di Caldana in provincia di Grosseto, che ha destinato i suoi beni  personali alla costruzione di strutture sanitarie nelle aree dei Paesi in via di sviluppo  in cui non è garantito il diritto alla  tutela della salute e alla cura. Il progetto di Sheraro è l’opera maggiore finanziata da Maiani e porterà il suo nome come richiesto dalle autorità  che gestiranno la struttura all’interno del sistema sanitario pubblico, il Tigray Regional Health Bureau, ossia il Ministero della sanità del Tigray.

Uomo schietto e generoso, Mario Maiani ha voluto che nell’Ospedale fossero  accolte e curate soprattutto le future mamme, per far sì che la mortalità materno-infantile potesse essere sempre più contrastata.

L’Ospedale è stato inaugurato alla presenza delle massime autorità regionali e nazionali (Presidente del Tigray, Ministro della Sanità, istituzioni locali civili e religiose). L’Italia è stata dall’IISMAS (Istituto Internazionale Scienze Mediche Antropologiche Sociali), l’associazione-onlus, cui Mario Maiani ha affidato il compito di gestire il progetto di costruzione e che opera da oltre 25 anni in Tigray.

All’inaugurazione è stato invitato ufficialmente dal Ministro della Sanità  Etiopico il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma, Prof. Aldo Morrone, uno dei massimi esperti mondiali di Medicina delle Migrazioni, della Povertà e di Malattie tropicali,  cui Mario Maiani si era rivolto sin dalla fase iniziale del progetto chiedendo che  facesse da garante per la realizzazione dell’Ospedale e soprattutto fosse il Referente scientifico  per tutte le attività cliniche e assistenziali da svolgere.

Inoltre il Prof. Morrone, nella fase successiva alla consegna dell’Ospedale alle autorità locali, promuoverà le ulteriori attività di formazione  e aggiornamento clinico-scientifico a tutto campo, allo scopo di aumentare  il know how del personale sanitario locale con il contributo dell’ esperienza di medici italiani ed europei.

Il Prof. Morrone intende, con l’inaugurazione dell’Ospedale, mantenere fede alla promessa fatta all’amico Mario,  come lui, così vicino all’Africa, e  avviare progetti  con le autorità locali,  condividendo i saperi e le  competenze italiane per accrescere e confrontarsi con quelle etiopiche. Un fattivo contributo al raggiungimento dell’obiettivo  della costruzione  della  salute globale e di un ponte immaginario tra Roma e l’Africa.